Sabato Santo

Che giovinezza nova, che lucidi giorni di gioia
per la cerula effusa chiaritā de l'aprile
cantano le campane con onde e volate di suoni
da la cittā su' poggi lontanamente verdi!
Da i superati inferni, redimito il crin di vittoria,
candido, radīante, Cristo risorge al cielo:
svolgesi da l'inverno il novello anno, e al suo fiore
giā in presagio la messe giā la vendemmia ride.
Ospite nova al mondo, son oggi vent'anni, Maria,
tu t'affacciasti; e i primi tuoi vagiti coverse
doppio il suon de le sciolte campane sonanti a la gloria:
ora e tu ne la gloria de l'etā bella stai,
stai com'uno di questi arboscelli schietti d'aprile
che a l'aura dolce dānno il bianco roseo fiore.
Volgasi intorno al capo tuo giovin, deh, I'augure suono
de le campane anch'oggi di primavera e pasqua!
cacci il verno ed il freddo, cacci l'odio tristo e I'accidia,
cacci tutte le forme de la discorde vita!

di Giosué Carducci.
14 aprile 1898


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